GIANNI DE TORA |
CARTELLE /mostre personali |
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1980 Libreria Marotta, Napoli 28 novembre 18 dicembre |
"I SEGNI 1970-72" |
ARTICOLO DI GINO GRASSI SU NAPOLI OGGI DEL 17.12.1980 |
DE TORA: PROGETTI PER NUOVE RICERCHE |
ARTICOLO DI MARIA DI DOMENICO ROCCASALVA SU PAESE SERA DEL 16.12.1980 |
QUELLA FRECCIA CHE SI SCOMPONE E RICOMPONE L'OPERA grafica che Gianni De Tora espone alla libreria Marotta, risale al 1972 e costituisce la base della sua attuale ricerca geometrica che si fonda sullo strutturalismo metodologico.In tutti i disegni I'elemento ricorrente analizzato da De Tora, è una freccia indicatrice, che egli scompone e ricompone. La freccia è un segnale immediato e perentorio che indica un orientamento, e come tale ha una funzione puramente informativa, non comunicativa, in quanto non comunica nessun "senso", cioè nessun significato. Proprio per questa sua icasticità, il segnale rifiuta qualsiasi interpretazione. Tuttavia la freccia non denota solo una direzione, ma occupa, con la sua forma, uno spazio. Questo spazio noi lo percepiamo in virtù della sua presenza, e possiamo stimarlo e calcolarlo. Ogni atto di percezione spaziale, infatti, racchiude in sé un atto di misura e quindi di ragionamento matematico. Ma il ragio- namento matematico, al pari del codice che ordina l'informazione, immobilizza; la freccia, invece, che nell'opera di De Tora ha un carattere simbolico, vuole condurre dalla spazialità del dato materiale allo spazio come "forma" dell'oggetto e vuole mostrare come questa strada conduca, attraverso la regione della formazione simbolica, al duplice senso di "rappresentazione"e di "significazione". In questo spazio i singoli "luoghi" della rappresentazione non sono più distinti da certi caratteri qualitativi e sensibili, ma compaiono in essi determinate relazioni, che costituiscono l'ordinamento spaziale. Queste relazioni permettono di distinguere il "qui" e il "là", il sopra e il sotto, la destra e la sinistra, ma nello stesso tempo collegano questi termini dialettici in un rapporto di misura.Questo rapporto è ciò che interessa l'analisi strutturale dello spazio cui si dedica De Tora al fine di trasformare ulteriormente lo spazio rappresentativo in spazio di significazione, che permetterà di dare un senso al suo messaggio estetico. Scomponendo il segno iniziale in tanti piccoli segni, egli ne vuole studiare il valore posizionale per verificare come, mutando le relazioni, muti anche il significato. Egli considera, in questo procedimento di verifica, il segno iniziale come una proposizione, la quale si può scomporre negli elementi che la costituiscono e che sono le parole, o più appropriatamente, i morfemi.Seguendo la teoria di Hjelmslev egli applica alla proposizione la proprietà commutativa (cambiando il significante, cioè la freccia, il signifìcato cioè la direzione non cambia) e la proprietà sostitutiva (cambiando il significante, il significato resta immutato). Nel primo caso si ha l'invariabilità della struttura, nel secondo caso la variabilità del contesto. La geometria metrica considera essenziali a una figura spaziale tutte quelle proprietà che non vengono modificate da determinate trasformazioni, che possono essere di spostamento della figura, di ingrandimento, di inversione dell'ordine ecc. La figura iniziale, quindi, secondo la geometria metrica dovrebbe rimanere identica a se stessa. Ma il concetto di spazio che la nostra esperienza sensibile ha elaborato, pur sorgendo da una pluralità di fenomeni, di "immagini" ottiche, che vengono assunte come rappresentazioni di un solo e medesimo oggetto, è differente dallo spazio simbolico puramente geometrico. Ogni vo1ta – infatti- che si sposta il punto di riferimento, ogni volta che cambia la specie della relazione, il segno iniziale (il fenomeno) acquista non solo un diverso significato astratto, ma anche un diverso senso e un diverso contenuto concreto. Queste modificazioni sono vere e proprie esperienze. |
ARTICOLO DI MARIA DI DOMENICO ROCCASALVA SU PAESE SERA DEL 3.12.1980 |
LIBRERIA MAROTTA - via dei Mille 78 Dal oggi fino al 10 la mostra di disegni di Gianni De Tora: un'analisi sulla struttura del segno come ricerca del «senso». Il segno analizzato da De Tora è una freccia indicatrice osservata in tutte le sue sconnessioni e frantumazioni possibili. Da un lato, quindi, la natura della singolarità delle direzioni di ciascun segno, dall'altro l'esistenza di questo segno senza direzione. Con questo lavoro del 1972 De Tora intende sottolineare che i segni restano sprovvisti di senso fino a quando non entrano nell'organizzazione della superficie, che assicura la risonanza, cioè la relazione di reciprocità fra ciascuno di essi. |
ARTICOLO DI MARIA DI DOMENICO ROCCASALVA SU PAESE SERA DEL11.12.1980 |
LIBRERIA MAROTTA -Via dei Mille 78 La direzione del Club della Grafica in considerazione degli eventi contingenti e delle specifiche richieste degli operatori culturali, ha deciso di prorogare la mostra "I segni" di Gianni De Tora fino al 18 dicembre. In questa mostra l'artista napoletano presenta una indagine sulla struttura del segno che espose nel 1972 alla galleria Numero di Venezia e alla galleria Fiamma Vigo di Roma e che espone per la prima volta a Napoli. Questi lavori costituiscono la premessa alla ricerca sulla luce-segno-struttura che lo vede attualmente all'interno del gruppo Geometria e Ricerca. |
immagine catolina-catalogo mostra personale |
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